28/11/2024 ore 09:37
Il teatro si "riaffaccia" in Umbria grazie ad una piece organizzata a Narni dal regista Paolo Baiocco
Un successo che è andato oltre ogni aspettativa. L'iniziativa del regista narnese Paolo Baiocco di far ripartire il teatro in Umbria, è stata accolta con entusiasmo dalla gente. Nello scorso fine settimana Baiocco, insieme alla figlia Beatrice e ad un ristretto gruppo di attori, ha messo in piedi una 'piece' dal titolo "Alla ricerca del figlio dell'uomo", un’opera poetica di Kahlil Gibran. Tra l'altro questo è avvenuto, proprio nella settimana scorsa, nella quale ricorreva la "Giornata mondiale del teatro". Come dire che anche per questa combinazione l'idea di Baiocco è giunta a proposito. "Abbiamo offerto ai narnesi, dopo un anno di astinenza - afferma il regista narnese -, la benefica sensazione che il Teatro sia tornato a respirare ed a vivere. L’abbiamo offerto a noi stessi, che di questa astinenza ne soffriamo ancora di più. Ed il virus? - sottolinea il regista narnese -. Beh, per quanto riguarda il Covid, possiamo dire non abbiamo contribuito alla sua ulteriore diffusione, anzi! Sono state rispettate in maniera scrupolosa tutte le norme di sicurezza previste dai decreti vigenti e quindi nessuno ha corso dei rischi. Per dirla in metafora, possiamo affermare che un altro 'virus' ha circolato tra i banchi della chiesa, 'infettando' tutti: attori e spettatori: si è trattato del 'virus della comunicazione artistica', quello della condivisione di un’esperienza di vita; 'virus' potentissimo ed altamente 'contagioso'. Infatti il poema di Kahlil Gibran, nella sua traduzione teatrale, ha coinvolto, e 'sconvolto' tutti i partecipanti all’evento. I complimenti ed i ringraziamenti più significativi per noi, attori e regista, sono stati quelli di vedere sui volti degli spettatori i loro occhi lucidi di commozione ed aver ascoltato parole sincere di gratitudine per quello che la rappresentazione ha comunicato ai presenti. Le otto repliche dello spettacolo nei tre giorni, hanno registrato quasi il tutto esaurito, facendo registrare da un minimo di 9 ad un massimo di 15 spettatori per volta, che era il numero limite imposto dalle normative. E’ stata la dimostrazione - aggiunge Paolo Baiocco -, che, pur nei limiti stretti della situazione attuale, si può non rinunciare al rito teatrale. Contiamo, dunque, di ripetere l’esperienza quanto prima, e speriamo che il nostro esempio, credo l’unico in Umbria e forse l’unico in Italia, possa servire come sprone ad altri per fare lo stesso, invece di rassegnarsi alla 'morte' dell’espressione teatrale, necessaria, vitale ed irrinunciabile per chi fa Teatro e per chi lo fruisce. Il Teatro - conclude il regista narnese -, non è, come è stato detto anche da chi ha responsabilità di governo, superfluo e non necessario: privarci di esso è come privarci dell’ossigeno, non per i polmoni, ma per l’anima e per lo spirito di uomini pensanti e senzienti".
(Foto di Roberto Pileri)
2/4/2021 ore 20:32
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